Tematica Uccelli

Gypaetus barbatus Linnaeus, 1758

Gypaetus barbatus Linnaeus, 1758

foto 409
Foto: Richard Bartz
(Da: de.wikipedia.org)

Phylum: Chordata Bateson, 1885

Subphylum: Vertebrata Cuvier, 1812

Classe: Aves Linnaeus, 1758

Ordine: Accipitriformes Vieillot, 1816

Famiglia: Accipitridae Vieillot, 1816

Genere: Gypaetus Storr, 1784


itItaliano: Avvoltoio barbuto

enEnglish: Lammergeier,Bearded Vulture, Ossifrage

frFrançais: Gypaète barbu

deDeutsch: Bartgeier

spEspañol: Quebrantahuesos

Descrizione

È quello di maggiori dimensioni tra i nidificanti in Europa, unico membro del genere Gypaetus (Storr, 1784). Tipicamente stanziale, nidifica sui dirupi in alta montagna nell'Europa meridionale, in Africa, in India ed in Tibet, deponendo una o due uova. È stato reintrodotto con successo sulle Alpi, ma continua ad essere uno dei più rari avvoltoi d'Europa. Come altri avvoltoi è un necrofago, cioè si nutre principalmente di carcasse di animali morti, ed ha una dieta estremamente specializzata, nutrendosi in particolare delle ossa e del midollo osseo. Un comportamento tipico è quello di lasciar cadere le ossa di animali da grandi altezze, per frantumarle e mangiarne il midollo. Gypaetus barbatus fa parte dell'ordine Accipitriformes, che include tutti i rapaci diurni, famiglia Accipitridae e sottofamiglia Aegypiinae, i cosiddetti avvoltoi del Vecchio Mondo. Ha 3 sottospecie, che si caratterizzano per lievi differenze di taglia e di colorazione: Gypaetus barbatus aureus, diffuso in Himalaya. Gypaetus barbatus barbatus, diffuso in Europa, Asia e Nord Africa. Gypaetus barbatus meridionalis, diffuso in Africa orientale e meridionale. Le sottospecie Gypaetus barbatus haemachalanus e Gypaetus barbatus altaicus non sono più riconosciute valide. La struttura morfo-funzionale lo rende una specie molto caratteristica: pur essendo inserito nel gruppo degli avvoltoi, mostra caratteri tipici dei rapaci predatori che lo discostano dagli altri rappresentanti del gruppo a cui appartiene, avvicinandolo soltanto al Capovaccaio (Neophron pernopterus). Differisce, ad esempio, dagli altri avvoltoi per i suoi artigli, ancora adatti al trasporto della preda (come i rapaci) e non specializzati per la necrofagia, come ad esempio quelli del Grifone (Gyps fulvus). Lo studio delle specie estinte e di quella attuale rivela comunque una progressiva evoluzione verso la necrofagia con perdita delle capacità predatorie e modificazione della struttura del becco (non più adatto a strappare la carne) e delle zampe (non più utilizzabili a scopo offensivo). Come il nome stesso suggerisce (dal greco gyps = avvoltoio e aetos = aquila), il Gipeto è collocabile, da un punto di vista morfologico, in una posizione intermedia fra l'aquila e l'avvoltoio. La specie ha, infatti, il corpo più snello e le ali più strette rispetto agli avvoltoi, con piume timoniere e remiganti più lunghe. Osservandolo in volo presenta una silhouette più simile a quella di un grosso falcone che a quella di un avvoltoio. L'adulto può raggiungere una lunghezza di 110-115 cm (la sola coda, a forma di cuneo, misura 42-44 cm), con un'apertura alare di 266-282 cm e con un peso di 5-7 kg. Tali dimensioni possono essere tranquillamente estese ad entrambi i sessi, in quanto la femmina è in genere appena più grande del maschio, ma la differenza non risulta apprezzabile in natura così come, del resto, non vi è diversità negli abiti stagionali e sessuali. Per tale motivo il sesso viene determinato tramite l'analisi del DNA. Nell'adulto il colore del piumaggio presenta un netto contrasto tra le parti ventrali e la testa, chiare, e le parti dorsali e le ali, scure. Le penne timoniere e le penne copritrici delle ali e del dorso, pur essendo di colore grigio scuro, sono dotate di un rachide biancastro che produce delle sfumature chiare. Sul capo, costantemente bianco, spiccano i ciuffi di vibrisse nere che circondano l'occhio e scendono fin sotto il becco a formare una specie di "barba" (da cui probabilmente deriva il nome "barbatus" della specie). L'iride è gialla ed è circondata da un anello perioculare membranoso di colore rosso che diventa particolarmente evidente nei momenti di eccitazione. Una caratteristica particolare del piumaggio dell'adulto è il colore ruggine del petto e del ventre, che non è di origine biologica, ma assunto dall'ambiente esterno. Sulle cause di tale colorazione sono state formulate diverse ipotesi, la più accreditata delle quali la attribuisce al contatto degli uccelli con minerali contenenti sali di ferro. È stato osservato che il Gipeto adulto è attratto dagli accumuli di terra o sabbia umida rossastra, nei quali compie tipici "bagni" cospargendo le parti ventrali del proprio piumaggio con tali sostanze: la pigmentazione verrebbe ottenuta grazie a questo comportamento, il cui significato è ancora ignoto. I giovani hanno un piumaggio completamente scuro, tranne le penne del dorso che possono presentare apici biancastri di varia estensione. Essi assumono l'abito adulto verso i 6–7 anni di età, quando raggiungono anche la maturità sessuale, dopo aver attraversato una serie di più fasi con colorazioni intermedie. Il Gipeto è piuttosto longevo (20-25 anni in natura, fino a 40 in cattività) ed è caratterizzato da un ciclo riproduttivo lungo. La riproduzione occupa, infatti, la maggior parte dell'anno, dall'autunno, con la preparazione del nido, fino all'abbandono del territorio da parte dei giovani quando gli adulti iniziano le parate nuziali per un nuovo ciclo. Ogni coppia è monogama ed occupa un territorio che può raggiungere anche i 300 km quadrati di estensione. Al suo interno possono essere presenti uno o più nidi, utilizzati alternativamente; la rotazione avviene probabilmente per evitare che un eventuale danno al nido (occupazione, crollo) comporti una mancata riproduzione della coppia. In autunno, dopo le parate nuziali, la coppia inizia a frequentare il nido, solitamente costruito con rami secchi e lana, in ampie cavità o su cenge lungo pareti rocciose. La deposizione avviene fra gennaio e febbraio, e ogni coppia depone solitamente due uova (tondeggianti, di color crema, con macchie e punteggiature) a 4-7 giorni di distanza l'una dall'altra. La cova, che dura 55-60 giorni, inizia subito dopo la deposizione del primo uovo ed è effettuata per la maggior parte del tempo dalla femmina, anche se spesso il maschio le dà il cambio restando sul nido per 2-3 ore al giorno. La schiusa avviene in marzo, periodo in cui si ha solitamente un'abbondante disponibilità di cibo. Con lo scioglimento delle nevi, infatti, vengono alla luce le carcasse degli ungulati selvatici morti durante il periodo invernale. Nei piccoli, subito dopo la schiusa, si manifesta un comportamento particolare: il cosiddetto "cainismo". Si tratta, in pratica, di un fenomeno di dominanza del primo nato sul fratello più giovane; sovente il secondo nato non riesce ad ottenere cibo e muore per stenti entro 24 - 26 ore dalla schiusa. In osservazioni effettuate in Sudafrica, è stato notato che il primo nato, anche se apparentemente sazio, continua a prendere il cibo portato dai genitori, impedendo così al fratello di alimentarsi; solo in pochi casi è stato, però, osservato un vero e proprio comportamento aggressivo come quello che si riscontra nelle aquile. Non sembra che questo comportamento sia determinato dalla scarsità di cibo (anzi, più i piccoli sono sazi più sono aggressivi), ma è innato e si manifesta in tutte le nidiate. Si pensa che il secondo nato abbia semplicemente la funzione di riserva trofica nel caso in cui il fratello non abbia un normale sviluppo. Il fenomeno del cainismo è comune tra i rapaci ma si riscontra con questa modalità solamente in poche altre specie, come ad esempio l'Aquila reale (Aquila chrysaetos) e l'Aquila anatraia minore (Aquila pomarina). Dopo la schiusa i genitori rimangono al nido, alternandosi nella ricerca del cibo che viene portato ai piccoli con gli artigli. All'inizio i pulli si cibano esclusivamente di carne e solo dopo 7-8 giorni ingeriscono le prime piccole ossa. La permanenza degli adulti al nido diminuisce col passare del tempo. Dopo l'involo i giovani rimangono per circa due settimane in una zona circostante il nido. Dopo un mese sono già in grado di compiere lunghi spostamenti e accompagnano in volo i genitori. Sul periodo di tempo necessario ai giovani per raggiungere la completa indipendenza vi sono opinioni diverse: Cramp e Simmons (1980) parlano di alcuni mesi mentre Brown (1990) definisce questo periodo in 5 mesi (in Sud Africa). È stato comunque dimostrato che tale periodo non è determinante ai fini della sopravvivenza dei giovani; infatti, anche in assenza dei genitori, essi si dimostrano in grado di procurarsi il cibo autonomamente. Il Gipeto si ciba quasi esclusivamente di carcasse di animali, di cui utilizza in particolare le ossa (circa il 90% della dieta). L'ampia apertura della bocca, la parete dell'esofago indurita da cheratina e l'assenza di gozzo, permettono all'animale di inghiottire ossa anche di 20-30 cm di lunghezza. Il Gipeto è inoltre dotato di succhi gastrici altamente acidi, in grado di sciogliere i sali minerali contenuti nelle ossa. Molte altre specie di rapaci, che non presentano questa caratteristica, sono costretti a rigettare le ossa delle loro prede producendo le cosiddette borre. Le ossa più grosse vengono spezzate dagli adulti lasciandole cadere in volo su particolari placche rocciose e poi recuperate con estrema agilità e facilità. La scelta delle rocce usate può essere occasionale, ma Heredia (1991) riferisce che sui Pirenei ogni coppia dispone di alcuni "rompitoi" fissi con superficie liscia, a forte pendenza, esposti a correnti ascensionali che ne facilitano il sorvolo. Questo è un comportamento innato che i giovani attuano fin dai primi voli, inizialmente senza conoscerne il significato, poi in modo sempre più preciso, anche senza la presenza dei genitori. Questo tipo di alimentazione richiede, naturalmente, un'elevata disponibilità di carcasse. Nelle zone in cui si attua l'allevamento allo stato brado tutto l'anno (Corsica, bassi Pirenei) il Gipeto basa la propria alimentazione sulle carcasse di bestiame domestico; invece nelle zone montane, dove le condizioni climatiche non consentono l'allevamento di bestiame all'aperto durante tutto l'anno, la fonte principale di cibo è costituita dalle carcasse di ungulati selvatici. Il consumo giornaliero di cibo di una coppia si aggira intorno agli 800-1.000 g, quantità che aumenta fino a 1,5 kg durante il periodo di allevamento del giovane; quindi il fabbisogno annuo si aggira intorno ai 420 kg, pari a circa 52 carcasse all'anno per coppia. Queste abitudini alimentari spiegano la necessità di occupare territori con estensioni che raggiungono, come detto in precedenza, anche i 300 km2. Conseguenza importante dell'essersi specializzato a nutrirsi in prevalenza di ossa è che il Gipeto ha ridotto la competizione con gli altri necrofagi. Poiché un comportamento aggressivo verso gli altri animali non porterebbe alcun vantaggio, il Gipeto presenta un atteggiamento rinunciatario anche nei confronti di commensali di dimensioni minori rispetto alle sue (gracchi e corvi): quando arriva su una carcassa tende ad essere molto cauto e all'arrivo di un altro animale (anche conspecifico) si allontana. L'attività del Gipeto, a differenza di altri avvoltoi o di altri rapaci, è evidente fin dalle prime ore del giorno; come altri veleggiatori (pellicani e cicogne) non utilizza solo le grandi masse di aria calda in ascesa (le "termiche"), ma anche le correnti dette "di pendio", provocate dalla deflessione del vento da parte di ostacoli, e le correnti "d'onda" che gli ostacoli provocano sottovento. È un ottimo volatore sia in spazi aperti ad elevate quote che a pochi metri dal suolo quando compie voli di perlustrazione alla ricerca di carcasse. Occasionalmente il Gipeto può nutrirsi di Tartarughe, rompendo il possente guscio con la stessa modalità con cui riesce a spezzare le ossa delle carcasse di cui si nutre. L'agilità e la capacità di compiere acrobazie in spazi ristretti è dovuta alla forma delle ali strette e lunghe e alla coda a forma di cuneo che consente una notevole manovrabilità. La diversità del Gipeto rispetto agli avvoltoi si manifesta anche in alcuni dettagli del volo: esso, ad esempio, non necessita della lunga rincorsa per il decollo tipica degli avvoltoi, ed in picchiata è abile come l'Aquila reale (Aquila chrysaetos). Non si conosce poi lo scopo di un volo battuto senza spostamenti (detto "Spirito Santo") che il Gipeto a volte attua e che è tipicamente usato da rapaci più piccoli come il Gheppio (Falco tinnunculus) o il Biancone (Circaetus gallicus) nelle attività di caccia. Infine un'azione non rara e facilmente osservabile nel volo del Gipeto consiste in certi colpi d'ala battuti verso il basso con le sole punte: sono usati in modo singolo o intermittenti durante il volo planato. Può essere allevato ed addestrato dall'uomo, resta comunque un animale difficile da reperire ed usato solo in esposizioni di una certa importanza. Inoltre anche in paesi dove il possesso del Gipeto non sia proibito da esplicite leggi resta piuttosto discutibile (come in altri casi) impiegare in falconeria una specie così rara e minacciata.

Diffusione

La distribuzione geografica del Gipeto è strettamente legata alle aree montane e in particolare alle montagne meridionali della Regione Paleartica (Europa, Nord Africa e Asia fino al Tibet e all'Himalaya) e alle montagne orientali e meridionali della Regione Afrotropicale (tutta l'Africa a sud del Sahara). Nella zona euroasiatica l'areale segue l'andamento delle catene montuose alpino-himalayane e si estende dai Pirenei, attraverso Alpi, Carpazi e Caucaso, fino al Karakorum; il limite settentrionale è rappresentato dalle Alpi svizzere e austriache e dai monti Altai in Mongolia. Negli ultimi anni alcune coppie di gipeti sono state introdotte nell'area protetta del parco dello Stelvio, ove si sono adattate perfettamente. Il Gipeto in Africa è presente sulla catena dell'Atlante, dal Marocco alla Tunisia, sui Monti egiziani lungo il Mar Rosso, sull'Acrocoro etiopico e sugli altopiani dell'Africa orientale fino ai monti del Sudafrica. Nonostante l'abbondanza di ungulati selvatici delle savane africane, il Gipeto non si è mai insediato in queste regioni pianeggianti in quanto predilige zone montane con poca copertura boschiva in cui siano presenti pareti di roccia adatte alla nidificazione. Secondo una stima approssimativa si pensa che nel mondo siano presenti 50.000 individui. In Europa si è estinto, come specie nidificante, in tutto l'arco alpino e in vaste aree dei Carpazi, dei Balcani e dei Pirenei. Le poche aree di nidificazione ancora presenti nel vecchio continente sono comprese tra i 1000 e i 2000 m di quota; in Asia, invece, la specie può nidificare ad oltre 4000 m. Alcuni esemplari sono stati reintrodotti nel Parco Nazionale del Mercantour (Francia) dal 1993 e Parco Naturale delle Alpi Marittime (Italia) dal 1994 e nel 2000 nel Parco Nazionale dello Stelvio. Risulta presente anche in Corsica. Dai primi anni del duemila una coppia di gipeti, probabilmente proveniente dalla Francia, si è stabilita nell'area di Courmayeur ai piedi del Monte Bianco. Il 10 maggio 2011 è nato in Valsavarenche, nel Parco nazionale del Gran Paradiso in Valle d'Aosta, il gipeto 'Siel', unico esemplare venuto alla luce in natura sulle Alpi Occidentali italiane dal 1913, data dell'ultimo abbattimento. Estinto sulle Alpi dall'inizio del XX secolo a causa della false leggende che seguivano la sua figura, è ora presente con una popolazione autosufficiente e stabile, grazie ad un progetto europeo di reintroduzione che ha interessati molti Stati europei. Circa 150 individui sono stati liberati sulle Alpi negli ultimi venti anni secondo un programma di reinserimento che ha interessato Italia, Francia, Svizzera e Austria, e ora è presente una piccola popolazione stabile sull'arco alpino, con numerosi siti di nidificazione, anche in territorio italiano. I siti di rilascio sono localizzati sulle Alpi Marittime (Argentera e Mercantour), in Alta Savoia, in Engadina e sulle Alpi Orientali (Rauris); in Valle d'Aosta dal 1989 al 1995 sono stati registrati oltre 300 avvistamenti, con frequenza maggiore nei mesi invernali e primaverili (le osservazioni possono essere trasmesse al Corpo Forestale Valdostano, al Parco naturale del Mont Avic, al Parco Nazionale del Gran Paradiso, alla Fondazione per la Conservazione del Gipeto (FCBV) o all'Assessorato regionale dell'Ambiente). Si sta pensando ad una possibile reintroduzione sull'Appennino Centrale.


00147 Data: 17/11/2014
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: St. Thomas and Prince
00453 Data: 20/02/1989
Emissione: Animali
Stato: Afghanistan

00714 Data: 23/12/1982
Emissione: Protezione della natura
Stato: Algeria
00759 Data: 26/11/1929
Emissione: Affrancatura per lettera espresso
Stato: Spanish Andorra

00767 Data: 24/01/2008
Emissione: Uccelli
Stato: Spanish Andorra
01523 Data: 25/09/1987
Emissione: Animali a rischio di estinzione
Stato: Austria

01541 Data: 15/11/1994
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Azerbaigian
02267 Data: 22/11/1989
Emissione: Uccelli
Stato: Bhutan

02332 Data: 17/12/1999
Emissione: Uccelli dell'Himalaya
Stato: Bhutan
02901 Data: 31/03/1961
Emissione: Uccelli
Stato: Bulgaria

05442 Data: 12/09/1963
Emissione: Avifauna etiope
Stato: Ethiopia
05847 Data: 22/09/1984
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: France

05860 Data: 20/04/1996
Emissione: Parco nazionale di Mercantour
Stato: France
06275 Data: 30/06/1954
Emissione: Fauna
Stato: Yugoslavia

06293 Data: 14/12/1970
Emissione: Anno per la salvaguardia della natura
Stato: Yugoslavia
06314 Data: 16/03/1985
Emissione: Avifauna serie ordinaria
Stato: Yugoslavia

06337 Data: 06/05/1995
Emissione: Europa
Stato: Yugoslavia
06778 Data: 14/10/1996
Emissione: Avifauna
Stato: Yemen Republic

07225 Data: 22/10/1999
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Uzbekistan
07305 Data: 08/12/1965
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Germany (Est)

07684 Data: 27/06/2001
Emissione: Avifauna e natura
Stato: Greece
09229 Data: 18/11/1962
Emissione: Avifauna da preda
Stato: Hungary

09421 Data: 31/12/1992
Emissione: Avifauna rapaci
Stato: India
10136 Data: 20/12/1995
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Kazakhstan

10547 Data: 12/09/1995
Emissione: Avifauna
Stato: Kyrgyzstan
10550 Data: 12/09/1995
Emissione: Avifauna
Stato: Kyrgyzstan

10667 Data: 01/03/1971
Emissione: Avifauna
Stato: Lesotho
10694 Data: 20/01/1986
Emissione: Flora e fauna del Lesotho
Stato: Lesotho

10695 Data: 20/01/1986
Emissione: Flora e fauna del Lesotho
Stato: Lesotho
10696 Data: 20/01/1986
Emissione: Flora e fauna del Lesotho
Stato: Lesotho

10697 Data: 20/01/1986
Emissione: Flora e fauna del Lesotho
Stato: Lesotho
10744 Data: 21/04/1997
Emissione: Progetto per portare l'acqua nei territori del Lesotho
Stato: Lesotho

10792 Data: 01/10/2001
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Lesotho
11242 Data: 03/04/1939
Emissione: Posta aerea
Stato: Liechtenstein

11243 Data: 03/04/1939
Emissione: Posta aerea
Stato: Liechtenstein
11940 Data: 14/12/1995
Emissione: Avifauna
Stato: Macedonia

13311 Data: 13/09/1999
Emissione: Rapaci
Stato: Mali
13778 Data: 16/08/1976
Emissione: Avifauna protetta
Stato: Mongolia

13879 Data: 03/02/1993
Emissione: Avifauna
Stato: Mongolia
13922 Data: 01/04/2002
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Mongolia

13993 Data: 11/10/1993
Emissione: America
Stato: Spain
14578 Data: 13/02/2001
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: St. Vincent and the Grenadines

14641 Data: 16/05/1983
Emissione: Salvaguardia della natura
Stato: Swaziland
14642 Data: 16/05/1983
Emissione: Salvaguardia della natura
Stato: Swaziland

14643 Data: 16/05/1983
Emissione: Salvaguardia della natura
Stato: Swaziland
14644 Data: 16/05/1983
Emissione: Salvaguardia della natura
Stato: Swaziland

14645 Data: 16/05/1983
Emissione: Salvaguardia della natura
Stato: Swaziland
15008 Data: 27/02/2001
Emissione: Una sola Terra
Stato: Micronesia

15102 Data: 20/10/1992
Emissione: Parco nazionale di Mercantour
Stato: Monaco
15110 Data: 16/05/2008
Emissione: Fondazione di S.A.S Alberto II di Monaco
Stato: Monaco

15358 Data: 10/12/2007
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Mozambique
15917 Data: 01/02/1960
Emissione: Fauna rumena
Stato: Romania

15946 Data: 20/03/1967
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: Romania
15984 Data: 16/10/1987
Emissione: Salvaguardia della fauna e degli ambienti naturali
Stato: Romania

17120 Data: 18/06/1994
Emissione: Zoo di Mosca
Stato: U.S.S.R.
17126 Data: 24/12/1965
Emissione: Avifauna predatoria
Stato: U.S.S.R.

19079 Data: 16/08/1998
Emissione: Rapaci nel Sud Africa
Stato: South Africa
19106 Data: 01/08/2008
Emissione: I 5 grandi dell'avifauna
Stato: South Africa

19947 Data: 02/04/2013
Emissione: Avvoltoi
Stato: Israel
19978 Data: 04/12/2013
Emissione: Uccelli delle Alpi
Stato: Italy

20502 Data: 21/12/2012
Emissione: Avvoltoi
Stato: Burundi
21022 Data: 25/08/2014
Emissione: Zoo di tallin
Stato: Estonia

21908 Data: 25/06/2014
Emissione: Predatori
Stato: Niger
21994 Data: 26/02/2014
Emissione: Avvoltoi
Stato: Uganda

23845 Data: 16/11/2016
Emissione: Fauna del mondo
Stato: Togo
Nota: Simbolo nazionale delle Andorre
Emesso in foglietto di 4 v. diversi
23877 Data: 05/01/2016
Emissione: Conio Europeo
Stato: French Andorra
Nota: Emesso in una serie di 2 v. diversi

24812 Data: 30/04/2021
Emissione: Europa
Stato: Spanish Andorra